giovedì 9 ottobre 2014

A. C.

Mi svegliai.
Fuori Grigio, come sempre.
D’altronde solo il Grigio poteva essere adeguatamente incorniciato da quei vecchi infissi squallidi: questo stile anni settanta squadrato e disarmonico, industriale, della Stanza non incontrerà più il gusto di un essere umano per parecchi anni, pensai. Forse nemmeno quando entrerà a far parte della storia dell’architettura antica, pensai.
Ahimè, all’epoca non mi ero ancora adattato all’idea che ad A. C. il tempo semplicemente non scorresse.  Era coperto anche lui dal Grigio, poverino. Era come se anche lui si fosse seduto alla Stazione Nord, stanco e coi vestiti intrisi di Fumo, come tutti gli altri, ad aspettare il Treno, esattamente come tutti gli altri, in una attesa senza fine che… Diavolo, in una attesa senza fine che era solo un dannato, immutabile ed eterno presente.
Infatti (e di questo ne ero già parzialmente consapevole) ciò che induceva la Nausea, in quella Stanza, non era l’arredamento decrepito e obsoleto. Anche perché, volendo essere onesti, non dava l’impressione di logoro vecchiume che uno potrebbe aspettarsi. Anzi, tutto era mantenuto in condizioni assai decorose, e le pulizie erano effettuate puntualmente e con dovizia.
Eppure nulla si poteva contro la Polvere.
E non era a causa della spessa moquette, o a causa della carta da parati ingiallita, o delle pesanti tende alle finestre che scendevano fino al pavimento. No, la Polvere c’era e la polvere doveva esserci, fintanto il Grigio avesse dominato. La Polvere non poteva essere rimossa, perché in un certo senso la Polvere era quel posto più di quanto lo fosse tutto il resto, esattamente come il Fumo, giù al bar. Il Fumo aleggiava etereo per le stanze poco illuminate anche quando nessuno degli avventori fumava.
Il punto è che non ci trovavamo in uno stato transitorio. Le dogane erano chiuse, le stagioni non tornavano, i postini erano stati tutti licenziati. Le Caratteristiche Fondanti dei luoghi non potevano essere mutate, il Grigio l’aveva vietato, e le cose non sarebbero potute stare diversamente, visto che quella era la natura del Grigio e nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio le decisioni derivanti dalla natura stessa del Grigio.
La Polvere e il Fumo erano i due agenti di cui il Grigio faceva principalmente uso per il controllo degli spazi chiusi. E in verità non si trattava di compagni spiacevoli, se parliamo della Polvere e del Fumo. Erano morbidi, indifferenti, carichi di torpore caldo e rassicurante. Non causavano colpi di tosse o attacchi allergici, la Povere e il Fumo, erano, a loro modo, rispettosi. Anche del loro capo, il Grigio stesso, non si può dire nulla di male, se devo essere sincero. Il Grigio era semplicemente disinteressato. Il Grigio sapeva tutto di Noi, ma mai si sarebbe sognato di sputarci sulla testa, tanto per dirne una. Il Grigio era attratto da Noi esattamente come l’Uomo che odia le sigarette. L’Uomo che odia le sigarette è totalmente indifferente al piacere derivante dall’atto del fumare, nemmeno è conscio del fatto che possa esistere una forma di piacere derivante dal fumo, direi. Eppure l’Uomo che odia le sigarette non può fare a meno di fumarsi una sigaretta dietro l’altra. È costretto, è un bisogno morboso che deve placare per forza, chiaro? Così era il Grigio nei Nostri confronti. Il Grigio aveva una curiosità innata nei Nostri confronti, anche se, per certi versi, non gliene importava affatto. Il Grigio sapeva tutto di Noi. Ma non avrebbe voluto saperne niente di Noi, il Grigio! Diavolo, sono convinto che se gli avessero dato la possibilità di andarsene ne sarebbe stato entusiasta, il Grigio, avrebbe passato due giorni interi a prepararsi per la partenza, ma poi… Ma poi, proprio poco prima di partire, le valige pronte vicino alla porta di ingresso, il berretto di lana già sul capo, e i biglietti del treno nel taschino del panciotto, ecco, si sarebbe reso conto di quella che era la sacrosanta verità, e la sacrosanta verità sarebbe stata che semplicemente non poteva partire, non poteva farlo, è chiaro, perché la curiosità passiva che nutriva nei Nostri confronti non gli avrebbe permesso di lasciarci, è questa la sacrosanta verità, e anche il Grigio questo l’ha sempre saputo.
Ad ogni modo, la Nausea che provavo, ora lo so, e lo posso dire per certo, non aveva nulla a che vedere e non centrava nulla con la stanza, sebbene fosse una decrepita stanza puzzolente in stile anni settanta, con la moquette al pavimento e tutto il resto, no, non aveva decisamente nulla a che vedere con quella stanza. La Nausea che provavo derivava- e dirlo ora sembra banale ma all’epoca il pensiero era ancora lungi da me (d’altronde ero arrivato da poco), derivava direttamente dal Grigio. Il Grigio era la causa della Nausea di tutta la città. Ci sono ancora degli aspetti doverosi che devo chiarire sul Grigio, infatti. Innanzitutto è opportuno notare che non tutti in città erano d’accordo su quale fosse il corretto appellativo del Grigio. Taluni preferivano chiamarlo Noia. Certamente nessuno avrebbe mai osato chiamare il Grigio Morte, e a ragion veduta, ovviamente, ma questa è una questione un poco più complicata di cui forse è meglio che parli più avanti. Vorrei soffermarmi ora sul fatto che l’appellativo “Noia” aveva in effetti certamente ragione d’essere, per certi versi, perché a volte non si riusciva a capire molto bene se la Nausea di cui tutti parlavano (anche se di nascosto, e con vergogna, anzi, molti non ne parlavano affatto ma di solito erano quelli per cui era ormai troppo tardi, la Nausea li aveva completamente avviluppati) derivasse dall’oppressione del Grigio nel cielo o dalla Noia latente che ognuno di noi percepiva in ogni momento del giorno e della notte. Si diceva che c’era qualcosa nell’aria, si diceva. Altri pensarono che fosse l’inalazione della Polvere o del Fumo, e molti smisero addirittura di vivere al chiuso, per questo motivo, e lasciarono in massa gli Hotel, con il risultato che la città si riempì per un certo tempo di senzatetto, ma poiché alla fine nessuno riuscì mai a liberarsi della Noia latente (non si sentì mai una storia di questo genere, in città), anch’essi si arresero e tornarono alle camere loro assegnate. Posso garantire che non era poi così male dormire sotto la protezione della Polvere delle Stanze degli Hotel. La notte A. C. poteva rivelarsi un posto molto strano, e anche molto pericoloso. Il Grigio, e soprattutto gli Altri, erano molto meno compassionevoli della Polvere e del Fumo.
Comunque sia, alla fine tutti, bene o male, convennero che la Noia era uno stato inevitabile proprio per la presenza del Grigio, e che probabilmente era parte integrante del Grigio stesso, o meglio, era la nostra Caratteristica Fondante che il Grigio non avrebbe reso temporanea, era l’agente con cui ci controllava dall’interno, proprio come la Polvere controllava le Stanze degli Hotel, gli Uffici e tutto il resto e il Fumo vigilava sui locali.
Come ho detto, mi svegliai. Pensai alcune cose sulla stanza, come ho detto, quindi mi alzai con fatica, il letto era caldo e il Grigio fuori dalla finestra non mi invogliava certo ad uscire dal letto. La stanza però era calda, e la Polvere, solidale, rendeva l’aria ovattata; devo dire che questi due fattori insieme resero i miei risvegli in quella Stanza sempre molto confortevoli. Mi lavai, mi vestii e, preso un pacchetto di sigarette dal cassetto del comodino, scesi per fare colazione. È brutto che si debba cominciare a fumare così presto in questo posto, pensai. Non farà certo bene alla mia salute, pensai.

[continua]

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