Mi svegliai.
Fuori Grigio, come sempre.
D’altronde solo il Grigio poteva essere adeguatamente
incorniciato da quei vecchi infissi squallidi: questo stile anni settanta
squadrato e disarmonico, industriale, della Stanza non incontrerà più il gusto
di un essere umano per parecchi anni, pensai. Forse nemmeno quando entrerà a
far parte della storia dell’architettura antica, pensai.
Ahimè, all’epoca non mi ero ancora adattato all’idea che ad
A. C. il tempo semplicemente non
scorresse. Era coperto anche lui dal
Grigio, poverino. Era come se anche lui si fosse seduto alla Stazione Nord, stanco
e coi vestiti intrisi di Fumo, come tutti gli altri, ad aspettare il Treno,
esattamente come tutti gli altri, in una attesa senza fine che… Diavolo, in una
attesa senza fine che era solo un dannato, immutabile ed eterno presente.
Infatti (e di questo ne ero già parzialmente consapevole)
ciò che induceva la Nausea, in quella Stanza, non era l’arredamento decrepito e
obsoleto. Anche perché, volendo essere onesti, non dava l’impressione di logoro
vecchiume che uno potrebbe aspettarsi. Anzi, tutto era mantenuto in condizioni
assai decorose, e le pulizie erano effettuate puntualmente e con dovizia.
Eppure nulla si poteva contro la Polvere.
E non era a causa della spessa moquette, o a causa della
carta da parati ingiallita, o delle pesanti tende alle finestre che scendevano
fino al pavimento. No, la Polvere c’era
e la polvere doveva esserci, fintanto
il Grigio avesse dominato. La Polvere non poteva essere rimossa, perché in un
certo senso la Polvere era quel posto
più di quanto lo fosse tutto il resto, esattamente come il Fumo, giù al bar. Il
Fumo aleggiava etereo per le stanze poco illuminate anche quando nessuno degli
avventori fumava.
Il punto è che non ci trovavamo in uno stato transitorio. Le
dogane erano chiuse, le stagioni non tornavano, i postini erano stati tutti
licenziati. Le Caratteristiche Fondanti dei luoghi non potevano essere mutate,
il Grigio l’aveva vietato, e le cose non sarebbero potute stare diversamente,
visto che quella era la natura del Grigio e nessuno avrebbe potuto mettere in
dubbio le decisioni derivanti dalla natura stessa del Grigio.
La Polvere e il Fumo erano i due agenti di cui il Grigio
faceva principalmente uso per il controllo degli spazi chiusi. E in verità non
si trattava di compagni spiacevoli, se parliamo della Polvere e del Fumo. Erano
morbidi, indifferenti, carichi di torpore caldo e rassicurante. Non causavano
colpi di tosse o attacchi allergici, la Povere e il Fumo, erano, a loro modo,
rispettosi. Anche del loro capo, il Grigio stesso, non si può dire nulla di
male, se devo essere sincero. Il Grigio era semplicemente disinteressato. Il
Grigio sapeva tutto di Noi, ma mai si sarebbe sognato di sputarci sulla testa,
tanto per dirne una. Il Grigio era attratto da Noi esattamente come l’Uomo che
odia le sigarette. L’Uomo che odia le sigarette è totalmente indifferente al
piacere derivante dall’atto del fumare, nemmeno è conscio del fatto che possa
esistere una forma di piacere derivante dal fumo, direi. Eppure l’Uomo che odia
le sigarette non può fare a meno di fumarsi una sigaretta dietro l’altra. È costretto,
è un bisogno morboso che deve placare per forza, chiaro? Così era il Grigio nei
Nostri confronti. Il Grigio aveva una curiosità innata nei Nostri confronti,
anche se, per certi versi, non gliene importava affatto. Il Grigio sapeva tutto
di Noi. Ma non avrebbe voluto saperne niente di Noi, il Grigio! Diavolo, sono
convinto che se gli avessero dato la possibilità di andarsene ne sarebbe
stato entusiasta, il Grigio, avrebbe passato due giorni interi a prepararsi per
la partenza, ma poi… Ma poi, proprio poco prima di partire, le valige pronte
vicino alla porta di ingresso, il berretto di lana già sul capo, e i biglietti
del treno nel taschino del panciotto, ecco, si sarebbe reso conto di quella che
era la sacrosanta verità, e la sacrosanta verità sarebbe stata che
semplicemente non poteva partire, non
poteva farlo, è chiaro, perché la curiosità passiva che nutriva nei Nostri
confronti non gli avrebbe permesso di lasciarci, è questa la sacrosanta verità,
e anche il Grigio questo l’ha sempre saputo.
Ad ogni modo, la Nausea che provavo, ora lo so, e lo posso
dire per certo, non aveva nulla a che vedere e non centrava nulla con la
stanza, sebbene fosse una decrepita stanza puzzolente in stile anni settanta,
con la moquette al pavimento e tutto il resto, no, non aveva decisamente nulla
a che vedere con quella stanza. La Nausea che provavo derivava- e dirlo ora sembra
banale ma all’epoca il pensiero era ancora lungi da me (d’altronde ero arrivato
da poco), derivava direttamente dal Grigio. Il Grigio era la causa della Nausea
di tutta la città. Ci sono ancora degli aspetti doverosi che devo chiarire sul
Grigio, infatti. Innanzitutto è opportuno notare che non tutti in città erano d’accordo
su quale fosse il corretto appellativo del Grigio. Taluni preferivano chiamarlo
Noia. Certamente nessuno avrebbe mai osato chiamare il Grigio Morte, e a ragion
veduta, ovviamente, ma questa è una questione un poco più complicata di cui
forse è meglio che parli più avanti. Vorrei soffermarmi ora sul fatto che l’appellativo
“Noia” aveva in effetti certamente ragione d’essere, per certi versi, perché a
volte non si riusciva a capire molto bene se la Nausea di cui tutti parlavano (anche se di nascosto, e con vergogna, anzi, molti non ne parlavano affatto ma
di solito erano quelli per cui era ormai troppo tardi, la Nausea li aveva
completamente avviluppati) derivasse dall’oppressione del Grigio nel cielo o
dalla Noia latente che ognuno di noi percepiva in ogni momento del giorno e della
notte. Si diceva che c’era qualcosa nell’aria,
si diceva. Altri pensarono che fosse l’inalazione della Polvere o del Fumo, e
molti smisero addirittura di vivere al chiuso, per questo motivo, e lasciarono
in massa gli Hotel, con il risultato che la città si riempì per un certo tempo
di senzatetto, ma poiché alla fine nessuno riuscì mai a liberarsi della Noia
latente (non si sentì mai una storia di questo genere, in città), anch’essi si
arresero e tornarono alle camere loro assegnate. Posso garantire che non era
poi così male dormire sotto la protezione della Polvere delle Stanze degli
Hotel. La notte A. C. poteva rivelarsi un posto molto strano, e anche molto
pericoloso. Il Grigio, e soprattutto gli Altri, erano molto meno compassionevoli
della Polvere e del Fumo.
Comunque sia, alla fine tutti, bene o male, convennero che
la Noia era uno stato inevitabile proprio per la presenza del Grigio, e che
probabilmente era parte integrante del Grigio stesso, o meglio, era la nostra
Caratteristica Fondante che il Grigio non avrebbe reso temporanea, era l’agente
con cui ci controllava dall’interno, proprio come la Polvere controllava le
Stanze degli Hotel, gli Uffici e tutto il resto e il Fumo vigilava sui locali.
Come ho detto, mi svegliai. Pensai alcune cose sulla stanza,
come ho detto, quindi mi alzai con fatica, il letto era caldo e il Grigio fuori
dalla finestra non mi invogliava certo ad uscire dal letto. La stanza però era
calda, e la Polvere, solidale, rendeva l’aria ovattata; devo dire che questi
due fattori insieme resero i miei risvegli in quella Stanza sempre molto
confortevoli. Mi lavai, mi vestii e, preso un pacchetto di sigarette dal
cassetto del comodino, scesi per fare colazione. È brutto che si debba
cominciare a fumare così presto in questo posto, pensai. Non farà certo bene
alla mia salute, pensai.
[continua]
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